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Deiulemar, il super-consulente spegne le speranze: «Niente soldi ai risparmiatori»

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E’ stato il primo, in ordine di tempo, a correre in aiuto della Deiulemar, colosso della navigazione alle prese con una crisi economica strutturale: Astolfo Di Amato - docente universitario, esperto intervenuto nella gestione dei fallimenti delle più importanti imprese italiane - non ha lasciato il suo incarico. Lavora nell’ombra, il professore. Adesso affiancato dal nuovo amministratore unico Roberto Maviglia. Il giorno dopo la proposta choc venuta dagli armatori, Astolfo Di Amato interviene per chiarire il senso della proposta e per spiegare ai risparmiatori infuriati la strategia per salvare il salvabile.

«Dobbiamo intenderci – dichiara il super-consulente -, il principio su cui stiamo lavorando è che la Deiulemar è un asset di Torre del Greco. Allora, dobbiamo fare in modo che questa società che sarà dei torresi, sarà di loro proprietà, abbia le gambe per andare avanti e per produrre utili». Secondo il prof, dunque, risulta poco praticabile la strada  di un risarcimento dei risparmiatori: «Se nella società immettiamo un debito di soldi e la società non va avanti non abbiamo fatto un favore a nessuno».

Ovviamente, per quanto il ragionamento da un punto di vista imprenditoriale non possa fare una grinza, i risparmiatori arrabbiati che sono quasi arrivati alle mani con le forze dell’ordine non vogliono neanche sentir parlare di un’ipotesi che non preveda la restituzione dei contanti. Ma Astolfo Di Amato continua per la sua strada: «Il punto fondamentale è dare vita a una società in cui confluiscono assetti e che ha risorse per andare avanti bene. Se come sembra, ma stiamo facendo ancora delle valutazioni, non è possibile distribuire soldi in contanti perché questo indebolirebbe la società, non lo faremo. Noi cerchiamo di rendere questa società dei torresi più equilibrata e più forte possibile».

 

Una posizione che, ovviamente, non potrà non tenere in considerazione anche un possibile intervento della magistratura civile. «E’ chiaro che chi ha il potere di decidere è il tribunale. Tutti noi siamo agli ordini del tribunale che deciderà. Per questo, e mi ricollego alla domanda iniziale, dobbiamo confezionare la proposta più seria possibile. La proposta seria deve avere le chances per superare le opposizioni del tribunale. Se dobbiamo pensare a una proposta che serva per fare contente le persone, non facciamo molta strada».

Secondo il docente universitario, infatti, la scelta appare semplice: «L’argomento è qual è il male peggiore? Uno può promettere il paradiso e poi non darlo. Noi siamo stati seri: quello che abbiamo chiesto alle famiglie, di mettere a disposizione i loro beni e la Deiulemar Shipping. Ora dobbiamo ragionare su cosa sia meno peggio. Noi pensiamo in questo modo di fare un’offerta seria».

Non replica, invece, alle continue voci che vorrebbero le tre famiglie di armatori in rotta di collisione: «Il lavoro che noi professionisti stiamo facendo è univoco e ci sono vari passaggi, da condividere,ma noi ci occupiamo di prospettive univoche».

E sulla crisi di quella che sembrava una società inaffondabile Astolfo Di Amato glissa: «Il momento dell’analisi e della storia ci sarà, io sono concentrato su come è meglio uscire da questa situazione salvando l’azienda e i risparmiatori».


31/03/2012 VINCENZO LAMBERTI