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La Deiulemar è fallita, il giudice boccia il concordato. Tre esperti studieranno il risarcimento ai risparmiatori

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deiulemar1La Deiulemar è fallita, lo ha deciso il giudice Massimo Palescandalo al termine dell’udienza al tribunale di Torre Annunziata. Il destino della società armatrice, e quello dei suoi creditori, adesso è nelle mani di tre curatori fallimentari nominati dal magistrato. Si tratta di tre professori: uno di Milano, uno Bari e il terzo di Napoli.
Saranno loro a decidere gli strumenti e il metodo da utilizzare per risarcire gli obbligazionisti che hanno sottoscritto i 13mila carati del mare, che negli anni hanno costituito la base economica sulla quale la Deiulemar ha costruito il suo impero. Obbligazioni a tassi di interesse convenienti che i risparmiatori hanno sottoscritto negli ultimi decenni. Si tratta di un’esposizione debitoria che supera i 700 milioni di euro, che adesso i curatori fallimentari dovranno tentare di colmare facendo leva sui beni delle tre famiglie di armatori: Iuliano, Della Gatta e Lembo.
La sentenza scritta da Massimo Palescandalo e dagli altri giudici del collegio, Francesco Coppola e Linda D’Ancona, è arrivata dopo la presentazione di un’istanza di fallimento inoltrata al tribunale di Torre Annunziata da sette creditori, che appena era scoppiato il caso del «Crac Deiulemar» si erano rivolti agli avvocati per crediti che ammontavano complessimavamente a 2,7milioni di euro.

Cioè una briciola rispetto ai crediti che avanzano i cittadini-obbligazionisti.
In sostanza, i magistrati non hanno ritenuto soddisfacente il concordato presentato dai vertici della Deiulemar, che avevano messo a disposizione i beni della compagnia ed altri della Shipping per assicurare agli obbligazionisti il rimborso di una percentuale dei capitali versati nelle casse della società. Insomma, secondo i giudici si riuscirà a trarre una somma maggiore dal fallimento, somma che ovviamente sarà messa a disposizione dei cittadini che negli anni hanno sottoscritto le obbligazioni.


02/05/2012 RAFFAELE SCHETTINO