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Riordino province, Federconsumatori: senza legge aumenta sfiducia

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La conseguenza immediata del caos istituzionale che si è venuto a creare dopo le annunciate dimissioni del premier Monti è lo stop forzato di alcuni provvedimenti all'esame del Parlamento che no vedranno mai la luce. Tra questi il decreto «188» sul riordino delle Province. Se non venisse convertito in Legge – come è probabile che sarà dal momento che il Parlamento si è impegnato a votare esclusivamente la Legge di Stabilità – pesanti saranno le ricadute sui servizi erogati: dalla gestione delle scuole superiori e del ciclo dei rifiuti, alla manutenzione delle strade. Il Governo è stato chiaro su questo punto ed anche dalle Associazioni a tutela degli utenti si leva 'un grido di dolore'.

"Oltre a lasciar sfumare i possibili risparmi di tale operazione (quantificati tra 370 e 535 milioni di Euro), si verrebbe a creare un intollerabile caos normativo ed istituzionale che inevitabilmente ricadrà sui cittadini. Una situazione assurda ed improponibile che rischia di far tornare le condizioni di vita dei cittadini a quelle del medioevo" sostiene in una nota Federconsumatori secondo cui "tutto ciò contribuirà ad accrescere sempre di più le discriminazioni ed il divario tra i cittadini: chi potrà ancora permetterselo, infatti, ricorrerà ai servizi privati, gli altri invece (la grande maggioranza) saranno lasciati in balia dei disagi e dei disservizi che scaturiranno da questa surreale situazione".

 

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