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La Corte di Giustizia europea, con una sentenza del 1 marzo 2011 (causa C-236/09), ha stabilito il principio secondo il quale prendere in considerazione il sesso dell'assicurato quale fattore di rischio nei contratti di assicurazione costituisce una discriminazione.

La Direttiva europea 2004/113/CE (recepita in Italia con il D.lgs. 196/2007), in attuazione del principio di parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso ai beni e ai servizi e alla loro fornitura, vieta infatti qualsiasi discriminazione fondata sul sesso.

La norma, tuttavia, per i contratti assicurativi, ammette un'eccezione, prevedendo che gli Stati Membri possano "consentire differenze proporzionate nei premi e nelle prestazioni individuali ove il fattore sesso sia determinante nella valutazione dei rischi, in base a pertinenti e accurati dati attuariali e statistici", regolarmente aggiornati e a disposizione del pubblico.

L'applicazione di un premio più "conveniente" per le donne, fino ad oggi, è sempre stata una pratica diffusa tra le compagnie assicurative, in considerazione del fatto che statisticamente, in ambito r.c. auto, le donne hanno una frequenza di sinistri inferiore agli uomini.

Secondo la Corte, tuttavia, il rischio è che la deroga prevista per i contratti assicurativi, interpretata in contrasto con la parità di trattamento tra donne e uomini prevista dalla Direttiva, sia permessa a tempo potenzialmente indeterminato, dal momento che nella stessa Direttiva manca una norma che definisca una scadenza definitiva.

Per questo motivo la Corte ha dichiarato che, nel settore dei servizi assicurativi, "la deroga alla regola generale dei premi e delle prestazioni unisex è invalida con effetto alla data del 21 dicembre 2012".

Per tutti i contratti di assicurazione stipulati dal 21 dicembre prossimo, quindi, le compagnie assicurative non potranno più "personalizzare" il premio assicurativo in base al fatto che l'assicurato sia uomo o donna.

Tuttavia, con buona probabilità, tutto questo non si tradurrà in un beneficio per le donne, quanto invece in un adeguamento del premio assicurativo "al rialzo", cioè in un rincaro delle polizze riservate alla clientela femminile, che tenderanno piuttosto a raggiungere i prezzi applicati agli uomini.