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Federconsumatori: quando crescere un figlio costa caro

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Per una famiglia con reddito disponibile netto di 34.000 Euro annui, crescere un figlio fino alla maggiore età costa mediamente 171.000 Euro. Una delle fasi più impegnative, dal punto di vista economico, sicuramente è il primo anno di vita del bambino. Secondo l'Osservatorio di Federconsumatori nei primi 12 mesi si spende da un minimo di 6.766,90 € ad un massimo di 14.427,73 €, con un aumento medio del 2 – 3% rispetto al 2013. La voce di spesa più consistente è costituita dal latte e dalle pappe: si spende dai 1.650 euro ai 3.459 euro. Seguono il vestiario e le calzature: in questo caso la spesa va da un minino di 1.028 euro ad un massimo di 2.639 euro (l'aumento rispetto allo scorso anno è compreso tra il 2 e il 3%). Non sono da meno le visite mediche il cui costo può raggiungere i 1.839 euro.

La buona notizia è, tuttavia, che è possibile risparmiare. Come? Il metodo più diffuso per abbattere i costi – spiega l'Associazione – è il prestito tra familiari e amici... ma anche tra sconosciuti! Sono nati a questo scopo, infatti, diversi gruppi su internet e sui social network, dove scambiare oggetti, accessori, o anche semplici consigli all'insegna del risparmio e del riuso. Ma non solo. In occasione della nascita, inoltre, parenti, amici e conoscenti vengono spesso in aiuto con regali utili. In questi casi è una buona abitudine predisporre una "lista dei desideri": aiuterà i neogenitori ad eliminare l'eventualità di ricevere doppioni o oggetti indesiderati, agevolerà anche la scelta di chi deve fare il regalo. Federconsumatori ritiene anche che per il corredo (lettini, fasciatori, box, ecc.) non è da sottovalutare il mercato dell'usato e sostituire il passeggino, la carrozzina e l'ovetto per l'auto, con i cosiddetti "tris", cioè carrozzine che, a seconda di come vengono regolate, si trasformano in passeggino e in ovetto. Questa tipologia di accessori possono costare tra 388 e 689 Euro.

Ma non finisce qui perché occorre anche tenere presente i costi sostenuti prima della nascita (analisi, visite mediche, etc), per un totale di 2.006,40 Euro (il 2% in più rispetto al 2013) e quelli per asilo nido o baby sitter (fino a 750 euro la retta per il nido mentre per la baby sitter si può arrivare a 10 euro all'ora). Esistono alcune forme di sostegno studiate per aiutare le famiglie a sostenere i costi del mantenimento di un figlio. Misure del tutto insufficienti, che si limitano a voucher (per l'asilo o la baby sitter) destinati alle mamme che decidono di tornare al lavoro rinunciando al congedo di maternità facoltativo; o veri e propri prestiti. È questo il caso del Fondo di credito per i nuovi nati: un prestito fino a 5.000 Euro da rimborsare in cinque anni, per il quale, tra l'altro, manca ancora il decreto attuativo che delinei criteri e modi per beneficiarne. Sono previste, inoltre, sporadiche agevolazioni a livello regionale.

 

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