Questo sito usa i cookie di terze parti per migliorare i servizi e analizzare il traffico. Le info sulla tua navigazione sono condivise con queste terze parti. Navigando nel blog accetti l'uso dei cookie.

EMERGENZA COVID 19

BONUS ENERGIA

SOS TURISTA

SPORTELLO MIGRANTI

CONCILIAZIONI RC

INDEBITAMENTO E SOVRAINDEBITAMENTO

SANITA' SALUTE

FUSIONE

LUDOPATIE

NO ALLA CHIUSURA DELL'OSPEDALE SAN GENNARO DI NAPOLI.

Valutazione attuale:  / 0
ScarsoOttimo 

indexFederconsumatori Campania si oppone fermamente alla chiusura del reparto di ostetricia dall'ospedale San Gennaro, emblematica di precise scelte gestionali che hanno come unica finalità il taglio del budget nell'ambito del piano di rientro dal debito e non possono minimamente giusitficarsi con un'insussistente esigenza di recupero d'efficienza.
Come noto, le modalità organizzative del sistema sanitario sembrano muoversi nella direzione della concentrazione delle specializzazioni sanitarie in poche unità di riferimento alle quali i pazienti dovrebbero essere diretti da un "centro di smistamento" (cd. modello hub and spoke).
E' questo il caso della chiusura del reparto di ginecologia dell'ospedale San Gennaro, "reo", sembrerebbe, di non raggiungere i 500 parti annui.
Ci sembra una valutazione oltremodo superficiale dell'esigenze del territorio e della produttività del reparto.
L'oggettività dei dati : già dal 2000 è dato incontroverso che la Campania abbia il minor numero di posti letto per abitanti, 3,9 per mille, ulteriormente ridottosi nell'ultimo decennio. Sgombrato quindi il dubbio che in Campania vi sia una particolare esigenza di taglio dei posti letto connesse ad inefficienze e sperpero, si tenga conto, nel caso concreto, dei seguenti riferimenti demografici. La 2^, 3^ e 4^ municipalità del comune di Napoli ammontano a circa 300.000 abitanti in circa 21 chilometri quadri. Se si considerano la sola 2^,3^ municipalità i dati di densità demografica sono di assoluto rilevo con circa 194.000 abitanti in soli 14 chilometri quadri. Ci si aspetterebbe dall'amministrazione un'organizzazione confacente a tale specifica realtà assistenziale.
Ed, invece, eliminato anche il reparto di ostetricia e ginecologia dell'Ospedale San Gennaro, l'intero bacino d' utenza viene ora riversato sui 64 posti letto che assommano l'Ospedale S. Maria di Loreto Nuovo, l'Ospedale San Gennaro ed il San Giovanni Bosco. Si fa notare che ben altra valorizzazione ha avuto, in termini di strutture e posti letto, l'Ospedale Evangelico Villa Betania (con circa 40 posti letto).
In aggiunta, l'unico reparto di terapia intensiva neonatale rimane poi presso l'Annunziata, dove però, manca il reparto di ginecologia, chiuso dalla dirigenza del Santobono Pausillipon. Ciò è avvenuto con assoluta mancanza di trasparenza, tanto da non aver esibito all'associazione richiedente copia della relazione tecnica sulla base delle quale il reparto è stato chiuso. Ne consegue il fondato sospetto che la chiusura del reparto non dipendesse da un irrimediabile deficit strutturale del reparto ma ad una precisa politica gestionale.
Latita, poi, l'apertura dell'Ospedale del Mare.
Ne consegue che la chiusura del reparto di ginecologia dell'ospedale San Gennaro non risponde minimamente alle esigenze dell'utenza.
Si è ben consapevoli del fatto che il trend evolutivo impresso alla macchina organizzativa prevede l'eliminazione delle strutture che "non producano" più di 500 parti annui, ma ci sembra che tale considerazione, nel caso concreto, sia oltremodo superficiale se si tiene conto della produttività espressa dal reparto, 464 parti nel 2012 , in proporzione ai posti letto, solo 9, per quanto desumibile dai dati pubblicati sul sito internet dell'azienda. Sono dati indicativi di un'unità che funziona e che, andrebbe sostenuta, onde aumentarne ulteriormente la sua produttività. A parte l'impegno e la competenza degli operatori, determinati livelli produttivi hanno infatti per presupposto inemendabile l'investimento di risorse. Ed, invece, prima si tagliano le risorse e poi ci si appella a presunti deficit di produttività per chiuderle?

 

Rosario Stornaiuolo, Presidente regionale Federconsumatori Campania

Carlo Spirito, Responsabile Salute Sanità Federconsumatori Campania

 

 

 

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna