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NAPOLI. ACQUA AL VELENO. FEDERCONSUMATORI DICE LA SUA.

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Napoli, girano voci incontrollate: "Sulla bolletta idrica troveremo nuovi aumenti!". Oppure: "Aiuto i costi per bere sono aumentati dell'80 per cento". La Federconsumatori avverte: "Rincari imposti dal Cipe, la gestione pubblica non c'entra". "E attenti: là dove comandano i privati, si paga di più"

 

di Eleonora Tedesco

Un disegno politico ben definito: denigrare, affondare l'esperienza partenopea dell'acqua pubblica. Una strategia che punta a diffondere percentuali esorbitanti sui costi in bolletta per dimostrare che no, l'acqua gestita dal Comune costa di più rispetto a quella che amministrano i privati. E' questo il senso dell'allarme che lancia Rosario Stornaiuolo, presidente di Federconsumatori Campania: "C'è un evidente tentativo di distruggere l'unica esperienza nel Paese che ha rispettato i risultati del referendum e dunque la volontà espressa dai cittadini. Quando si parla – come ho sentito in alcune trasmissioni televisive – di rincari delle bollette dell'acqua fino all'80% non si dice il vero, ma si cerca soltanto di seminare dubbi e aprire il varco a ipotesi di privatizzazione". Ma quali sono, invece, i dati reali, allora? E che cosa dicono? "Innanzitutto – spiega Stornaiuolo – va precisato che in Italia il costo base dell'acqua è inferiore rispetto al resto d'Europa. A Napoli, in particolare, si registra nel 2013 un aumento (in bolletta) dell'1%; nel 2014 del 6,5%. In questo periodo, però, è intervenuto l'aumento delle tariffe imposto al Comune dal Cipe (il comitato per la programmazione economica) che ha emanato (già nel 2010, ma era stato ignorato dalla giunta Iervolino) una direttiva per l'adeguamento delle tariffe per i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione". E il privato? "In gran parte dei Comuni della Campania la gestione è affidata alla Gori che, tra il 2012 e il 2013, ha imposto aumenti del 6,5%, con una previsione di rincari tra l'8,5 e il 9 per cento. Per il 2015, la richiesta della Gori è di aumentare fino al 68% rispetto al 2011″. "La verità – considera Stornaiuolo – è che Napoli è tra le città dove i costi per l'acqua sono più bassi, a differenza per esempio di Firenze dove sono lievitati dopo la privatizzazione. Attenti dunque: si forzano i dati solo con l'obiettivo di restituire l'acqua ai privati".
In Campania "privato" è sinonimo di Gori: un'azienda dove – come ha raccontato Retenews24 – si concretizzano interessi economici e si conciliano molte differenze politiche. Società mista (pubblico-privato), il 51% delle quote è detenuto dall'Ato3, un consorzio di comuni Nolano-Vesuviano-Agro-Nocerino, guidato da Carlo Sarro, deputato casertano vicino prima a Nicola Cosentino e oggi braccio destro del renziano forzista Denis Verdini. Il 49% del pacchetto azionario è in mano ad Acea, il colosso finanziario di proprietà per il 51% del Comune di Roma, guidato dal sindaco Pd Ignazio Marino, e per il 49 % da privati, tra cui il potente gruppo Caltagirone, editore tra l'altro dei quotidiani Il Messaggero e Il Mattino di Napoli. Per molti, non è un caso che al vertice di Acea ci sia Alberto Irace, ex comunista vicino a Giorgio Napolitano, buon amico del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi e in passato ai vertici di una municipalizzata dal Comune di Firenze. "C'è chi ritiene che, al di là delle singole opinioni in materia, ci sia chi stia da tempo tentando in ogni modo di minare l'esperienza napoletana dell'acqua gestita come Bene comune", ribadisce Stornaiuolo. Che ricorda: "Solo l'Abc, cioè l'Acqua Bene comune di Napoli, garantisce alle famiglie indigenti la possibilità di rateizzare i costi e garantisce che mai sarà sospesa la fornitura di un bene assolutamente primario come l'acqua che sgorga dai rubinetti". Ben altri sono, invece gli sprechi: il 30% dell'acqua potabile che viene disperso, per esempio, perché le tubature non sono adeguate. O la mancanza di politiche diverse per l'irrigazione dei campi e i rifornimenti domestici o sull'utilizzo dell'acqua marina. C'è da chiedersi, allarmati: può un privato farsi carico di una materia così nevralgica, complessa e delicata?

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