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Contributo Covid-19: dopo le speculazioni spunta la tassa dei “furbetti”. Invitiamo Governo, Guardia di Finanza e Enti locali a intervenire.

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Pensavamo di averle viste tutte in questo periodo, ma arriva sempre qualche nuova trovata capace di sorprenderci. È proprio questo il caso del contributo Covid-19 applicato in molti scontrini dagli esercenti quale presunto contributo per la sanificazione e per l'acquisto di dispositivi di protezione per il cliente.
Una pratica del tutto illegittima, per cui invitiamo la Guardia di Finanza e le Autorità locali a intervenire. Come se non bastasse, tale contributo, denominato ingannevolmente "tassa", è soggetto all'applicazione dell'IVA.
Non importa se è un fenomeno limitato solo ad alcune categorie di esercizio e ad alcune città e nemmeno se tale importo risulta spesso contenuto, come molti hanno tentato di giustificarsi. Si tratta di un balzello a nostro avviso illegittimo. A maggior ragione dal momento che molti esercizi potranno usufruire del riconoscimento di un credito d'imposta del 50 per cento delle spese di sanificazione.
Invitiamo il Governo a chiarire tale aspetto e a disporre le opportune verifiche, attraverso le autorità preposte sulle pratiche scorrette messe in campo da molti esercizi.
Da parte nostra invitiamo i cittadini a segnalarci ogni caso in cui dovessero imbattersi in tale finta tassa "da furbetti", chiamando contestualmente la Guardia di Finanza a intervenire sul sovrapprezzo applicato.