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Centri estivi: intollerabile che i bonus erogati dal Governo vengano assorbiti dagli aumenti dei costi, anche di oltre il 30%. Necessari verifiche e controlli da parte del Governo.

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I provvedimenti del Governo a sostegno delle famiglie con figli minori fino a 12 anni, che prevedono l'erogazione di un bonus fino a 1200 euro per centri estivi o altri centri ricreativi per ragazzi, rischia di essere totalmente assorbito dall'aumento dei costi di tali servizi che arriva, in molti casi, ad una maggiorazione di oltre il 30%.
In questo modo non si determina alcuna diminuzione della spesa per famiglie già provate dalla grave crisi economica a seguito della pandemia e ogni beneficio a loro vantaggio viene annullato da una politica spregiudicata dei prezzi.
Comprendiamo che possa avvenire un ritocco minimo, determinato dai maggiori costi per assicurare le condizioni di sicurezza dall'infezione Covid-19, ma non sono giustificati aumenti che, stando alle prime segnalazioni, possono arrivare oltre il 30%.
Dal consueto monitoraggio effettuato dall'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori emerge come, nel 2019, la spesa media per l'iscrizione di un ragazzo al centro estivo privato era di 672 Euro al mese, oggi tale spesa può arrivare anche oltre 860 Euro al mese.
"Si tratta di manovre speculative, tese a lucrare ed assorbire il bonus. Così la misura rivolta alle famiglie si trasforma in una misura di sostegno ai centri." – afferma Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori. – "Facciamo appello al Governo perché intervenga per evitare che gli aiuti varati vengano così annullati, bensì vadano realmente alle famiglie."
Si tratta, infatti, di una misura fondamentale, specialmente in questa fase delicata, per assicurare a tutti la possibilità di coniugare il lavoro con l'accudimento dei minori.
Se si vuole sostenere i centri lo si faccia con un provvedimento specifico e non si permetta che ciò avvenga in modo surrettizio.

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