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Permesso di soggiorno: passa da 6 mesi ad un anno per chi è rimasto senza lavoro.

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La misura e' stata approvata in Senato con i voti contrari dei rappresentanti della Lega Nord

Roma, 23 maggio 2012 - La commissione Lavoro del Senato ha approvato senza modifiche l'art.58 del ddl di riforma del mercato del lavoro che allunga da 6 mesi ad un anno il periodo di permesso di soggiorno per i lavoratori immigrati che siano rimasti senza lavoro.

La misura e' stata approvata con i voti contrari dei rappresentanti della Lega Nord. La norma collega la permanenza in Italia anche ai requisiti di reddito validi per i ricongiungimenti familiari e mira ad evitare che con la perdita di lavoro si moltiplichino 'disgiungimenti' familiari anche in presenza del reddito previsto.

Dopo un certo dibattito in seno al Pdl e dopo che il relatore del centrodestra, Maurizio Castro ha lasciato liberta' di voto, il Pdl ha votato a favore.

''Il via libera all'articolo 58 della riforma del Lavoro e' una notizia positiva, tuttavia riteniamo ancora troppo breve l'allungamento della durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione ad un solo anno. Non possiamo pensare che il tempo medio che serve agli immigrati per trovare un lavoro in questo momento di grave crisi si limiti a 12 mesi''.

 Ad affermarlo in una nota e' il segretario confederale dell'Ugl, Marina Porro, aggiungendo che ''gli immigrati, come tutte le fasce deboli, sono tra coloro che stanno pagando il piu' caro prezzo della situazione critica che stiamo attraversando, anche e soprattutto sul piano occupazionale. A cio' si aggiunge l'aumento del costo del rinnovo del permesso di soggiorno, che penalizza ulteriormente una categoria spesso gia' alle prese con gravi problemi economici''. E' dunque necessario, conclude la sindacalista, ''fare il possibile per favorire l'inclusione nel mondo del lavoro di persone che rappresentano una risorsa per il sistema Paese, e che non meritano di piombare nell'illegalita' o nel lavoro sommerso ne' tantomeno devono essere preda, come spesso succede, di sfruttamento e di arricchimento indebito da parte di chi offre occupazione a condizioni disumane''.