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CAMPANIA: Trasporto pubblico svendesi - Intervista a Rosario Stornaiuolo

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Il presidente di Fedeconsumatori Campania sul disastro trasporti nella nostra regione: «Le gare per l'assegnazione del servizio saranno aperte anche ai privati, che saranno ovviamente poco interessati ai collegamenti meno lucrosi con le periferie. Potrebbe prodursi un disastro peggiore di quello attuale»

Autobus dell'Anm nei depositi per mancanza di gasolio o pezzi di ricambio; treni metropolitani della Linea 2 che appaiono e scompaiono magicamente dai tabelloni; Circumvesuviana e Circumflegrea ormai in ginocchio; e via, verso Benevento, Avellino e Salerno, dove vengono chiuse stazioni ferroviarie e servizi di trasporto su gomma come la Sita. Il quadro del trasporto pubblico in Campania si commenta da solo: i pendolari faticano più a recarsi al lavoro che sul posto di lavoro stesso. Una situazione paradossale che, per come è oggi, non lascia spazio a troppo ottimismo: «Non c'è alcuna programmazione seria - dice Rosario Stornaiuolo - la Regione non ha un'idea precisa: taglia solo, senza però intaccare gli sprechi».
Crisi trasporti Napoli

Attesa vana alle fermate dell'autobus

Presidente Stornaiuolo, oggi ennesima giornata di crisi per il trasporto pubblico. Gran parte dei bus dell'Anm sono rimasti nel deposito...

Non c'era da aspettarsi altro, vista la mancanza di programmazione del governo e la totale assenza di idee precise da parte della Regione. Sta passando la concezione che il trasporto pubblico sia qualcosa che non serva, che non sia un servizio essenziale per i cittadini. Basta confrontare i numeri: tre anni fa c'erano circa 900 mezzi su gomma nelle strade di Napoli. Oggi ne abbiamo sì e no 300. Io dico che si vuole creare un disagio forte ai cittadini, fare in modo che il trasporto pubblico possa essere svenduto agli amici degli amici.

Cioè, Lei teme che imprenditori privati possano entrare nella gestione del servizio?

Esatto. L'assessore Vetrella dice che non sarà un dramma, io dico l'esatto contrario. Tra qualche mese le gare per l'assegnazione dei servizi scadranno. Bisognerà rifarle, e saranno aperte. Vista la cronica incapacità della aziende attuali di provvedere a una qualsiasi programmazione, i privati avranno gioco facile nel mettere le mani sul trasporto pubblico. E le pare che un qualsiasi imprenditore possa essere interessato a tratte poco lucrose, come quelle che da Napoli conducono alle periferie o verso gli altri capoluoghi, come Avellino e Benevento?

Possibile che l'assessore Vetrella non abbia provveduto almeno a un piano di rientro dal debito?

Noi paghiamo anzitutto gli attriti esistenti fra l'assessore regionale e i gestori del trasporto pubblico. Vetrella litiga con tutti, dai dirigenti agli altri rappresentanti delle istituzioni. Non ha buoni rapporti nemmeno con il presidente Stefano Caldoro. Ha fatto un piano di trasporti che viene contestato da chiunque, dai sindaci dei cinque capoluoghi ai presidenti di Provincia. Non è previsto un piano di rientro dal debito, la sua idea è solo quella di tagliare i fondi, ma non certo gli sprechi! Lui dice che a settembre si tornerà alla normalità su tutte le tratte, ma ormai chi ci crede più?

Quindi l'ennesima giornata nera per il trasporto dev'essere vista in un'ottica complessiva, che prenda in esame anche gli altri mezzi, oltre agli autobus?

Certo, la crisi dell'Anm non è una crisi nata per caso. È tutto il complesso del trasporto pubblico campano che è al collasso: da Benevento, dove ormai è impossibile raggiungere Napoli, ad Avellino dove chiudono le stazioni ferroviarie. Finanche a Salerno, dove la Sita era un fiore all'occhiello del nostro trasporto pubblico, si parla di fermare il servizio per gli eccessivi costi di gestione. Non è solo disattenzione gestionale delle singole aziende: è un insieme di responsabilità che non lascia fuori nessuno. L'idea di Vetrella è quella di accentrare il trasporto pubblico in un'unica realtà gestionale. Idea che sarebbe pure buona, ma se non si tenta di mediare con le istituzioni locali che cosa potrà mai uscirne fuori?

Insomma, di spiragli se ne vedono pochi...

Se la situazione rimane tale, e se i privati riusciranno a mettere le mani sul trasporto pubblico, io non vedo soluzioni positive. Ma vi rendete conto che, tanto per fare un altro esempio, i cittadini delle isole sono passati dall'essere isolani all'essere isolati? Ci sono già pronti dei catamarani che non vengono utilizzati perché ne vengono fittati altri, con una doppia spesa che diventa inutile. Non solo: con questa politica gestionale di provvedere al fitto di veicoli esterni, si fanno chiudere anche le fabbriche che producono i mezzi inutilizzati. Pensiamo all'Irisbus, il cui lavoro servirebbe eccome per una città come Napoli, dove i mezzi sono vecchi e pericolanti. Ma qui nessuno mostra di voler ascoltare, i comitati dei pendolari vengono estromessi dalle riunioni di programmazione e l'assessore regionale fa finta di non sentire. Se qualcosa non si smuove potrebbe prodursi un disastro peggiore di quello attuale!

Enrico Nocera

 

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