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Condomìni, imposta di bollo sui c/c è di 100 euro

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L'imposta di bollo che si applica sui conti correnti condominiali è di 100 euro perché gli intestatari sono qualificati come "soggetto diverso da persona fisica", cui dunque non si applica l'imposta di 34,20 euro. E' quanto ha detto l'Agenzia delle Entrate rispondendo a una recente interrogazione alla Commissione Finanze della Camera. Una decisione che viene contestata dall'Anaci – Associazione nazionale amministratori immobiliari e condominiali, che sottolinea come la giurisprudenza da sempre consideri i condomìni come "consumatori", equiparandoli alle persone fisiche.

Il tema è sollevato dall'Agenzia di stampa agire.tv, che sottolinea come l'amministrazione finanziaria abbia assimilato il conto corrente condominiale a un conto corrente aziendale, con la conseguenza che i condomìni pagano un'imposta di bollo maggiore rispetto alle persone fisiche. Inoltre, "il disconoscimento della qualifica di persona fisica al condominio consente anche al sistema bancario di applicare commissioni sullo scoperto di conto corrente che invece non dovrebbero essere applicate".

L'Agenzia delle Entrate, spiega agire.tv, ha dato una interpretazione totalmente contraria a quella della giurisprudenza e cioè che: "l'imposta di bollo sui c/c bancari condominiali è di 100 euro, dato che gli intestatari non vengono qualificati come "persona fisica". I condomini, quindi, possono essere equiparati a persone giuridiche, nonostante la giurisprudenza di legittimità si sia espressa in senso contrario (Cfr. Cassazione 9148/2008 e 16920/2009)". Per tali motivi l'Agenzia delle Entrate conclude precisando che "l'imposta di bollo da applicare agli estratti conto e ad altri documenti inviati dalle banche e i relativi conti correnti intestati ai condomini ammonta a 100 euro l'anno in quanto il condominio intestatario del conto corrente è un "soggetto diverso da persona fisica".

Il problema era già stato sollevato da Anaci nei confronti dell'Associazione Bancaria Italiana. Spiega il presidente Anaci Pietro Membri: "La nostra associazione si è rivolta ad Abi sperando di trovare una "sponda" perché riteniamo tali condotte gravemente lesive dei diritti dei condomini. Ci siamo rivolti ad Abi perché il disconoscimento della qualificazione di "consumatore" al condominio comporta anche altre rilevantissime conseguenze economiche negative per la collettività. Infatti, il comma 6 dell'art. 4 del decreto CICR n. 644 del 30 giugno 2012 prevede, per gli sconfinamenti di conto corrente un trattamento di maggiore tutela nei confronti dei soggetti qualificabili "consumatori", un trattamento però che viene costantemente disapplicato dal sistema bancario sulla base dello stesso disconoscimento giuridico della qualifica di consumatore al condominio. Anche su questa vicenda della "commissione di istruttoria veloce" Abi ha ritenuto inspiegabilmente di non aprirsi al confronto costringendoci ad avviare una interlocuzione con le associazioni dei consumatori che sono state investite proprio in queste settimane di questa scottante questione".

 

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