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Imu, chi paga per il 2012: la batosta il 16 gennaio

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Nonostante l'abolizione, i contribuenti dei Comuni che hanno alzato l'aliquota dovranno la differenza. Si parla di 10.000 per una media d 42 euro a testa.

L'Imu sulla prima casa per il 2013 è stata abolita, ma non per tutti. I contribuenti dei Comuni che hanno alzato l'aliquota avranno una brutta sorpresa, e già il 16 gennaio dovranno versare la differenza. Sono 872 le ammministrazioni che hanno ritoccato all'insù l'aliquota (tra questi 11 capoluoghi): i proprietari interessati, secondo i primi calcoli, sono circa 10 milioni, per una media di 42 euro a testa.

L'aliquota dimentcata

Il pasticcio accade perché, quando il governo ha stabilto di cancellare la tassa per l'anno corrente non ha tenuto conto del fatto che, per fare quadrare i conti, alcune amministrazioni avevano alzato l'aliquota rispetto allo standard del 4 per mille. La copertura statale, dunque, non garantisce quel pezzetto di gettito già messo in bilancio, per cui i Comuni sono in difficoltà, lo Stato non ha i fondi, e l'unica alternativa resta quella di fare pagare i contribuenti.

Da Milano a Napoli

Sono 11 i capoluoghi interessati: tra questi Milano, dove l'aliquota è passata dal 4 al 6 per mille; Bologna dal 4 al 5 per mille; Napoli dal 5 al 6 per mille; Genova dal 5 al 5,8 per mille; Ancona dal 5,5 al 6 per mille; Verona dal 4 al 5 per mille; Caltanissetta, Cosenza e Vibo Valentia, dal 4 al 6 per mille. Quanto alle quote da pagare, il versamento per ciascun contribuente dovrebbe essere pari al 40% della differenza tra l'Imu effettiva (calcolata sulla base della nuova aliquota e delle detrazioni) e quella del 2012.

C'è tempo fino al 9 dicembre

Ma il numero di coloro a cui spetta pagare, però, potrebbe aumentare, perché le amministrazioni comunali hanno tempo fino al 9 dicembre per definire le aliquote del 2013. A conti fatti, Secondo il segretario confederale della Uil Gugliemo Loy, "tra il 16 dicembre (scadenza della seconda rata Imu per le seconde case e gli altri immobili, ndr.) e il 16 gennaio, si profila un vero ingorgo fiscale per le tasse sulla casa. Questo incrocio fiscale, insieme agli aumenti delle addizionali Irpef, rischia di contrarre ancora di più i consumi interni e quindi la ripresa economica e occupazionale".

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