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RIPARTO DELLE RISORSE SANITARIE INIQUE. STATO E REGIONI FACCIANO LA LORO PARTE. DOCUMENTO DI FEDERCONSUMATORI CAMPANIA PER LA PROSSIMA CONFERENZA STATO-REGIONI

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Il Ministero e le Regioni facciano la loro parte: la mancata modifica del criterio riparto del delle risorse sanitarie della popolazione pesata per anzianità costituisce un evidentissima ingiustizia patita delle popolazioni delle aree economicamente più deboli del paese.
L'Associazione Federconsumatori prende atto, con sconcerto e sgomento, che pure nel corrente anno 2015 troverà applicazione un criterio di riparto delle risorse sanitarie del tutto iniquo, che sfavorisce nella redistribuzione proprio le aree più deboli del paese, a quanto pare, ci si perdoni l'amara ironia, colpevoli di avere una popolazione troppo giovane e di contribuire eccessivamente alla crescita demografica di questo paese. Si fa riferimento, come ben noto, al criterio correttivo, unico, della popolazione differentemente pesata a seconda dell'anzianità.
Ci sembra evidente che tale criterio, nella sua assolutizzazione, sia del tutto inadeguato ed incompatibile con un federalismo equo e solidale. La stessa Ragioneria dello Stato, nel monitoraggio della spesa sanitaria per il 2015, chiamata a valutare le prospettive d'aumento del fabbisogno sanitario in relazione all'invecchiamento della popolazione, assume come scientificamente dimostrato che " una percentuale molto elevata del totale dei consumi sanitari nell'arco della vita di un soggetto si concentra nell'anno antecedente la sua morte. Ciò significa che la componente di spesa sanitaria relativa ai costi sostenuti nella fase terminale della vita (c.d. death-related costs) non risulterà significativamente condizionata dall'aumento degli anni di vita guadagnati".
Pertanto solo presuntivamente può sostenersi che la presenza di una popolazione più anziana determina, in automatico, un significativo aumento della spesa sanitaria e solo arbitrariamente esso può assurgere a criterio unico di redistribuzione delle risorse. Il criterio dell'anzianità dovrà quindi concorrere con altri criteri correttivi dell'indice demografico che riequilibrino l'attuale, macroscopica, iniquità. Di tanto si è ampiamente consapevoli, tanto da aver previsto con l'articolo 1 comma 601 della Legge n.190 del 2014 la modifica di tale criterio di riparto. L'emanazione del decreto ministeriale di modifica, è peraltro subordinata all'intesa con la conferenza Stato-Regioni. Pertanto l'individuazione di criteri di carattere generale che dovrebbero rispondere solo all'esigenza reale di salute, viene subordinata a non pertinenti interessi regionalistici. Non è quindi un caso se, alla data prefissata, 30 aprile 2015, questa intesa non sia stata raggiunta, e l'iniqua redistribuzione delle risorse venga perpetrata in danno dei cittadini più deboli, salvo generici impegni che sanno più di una vaga concessione che del riconoscimento dell'ingiustizia patita.
Ben altra attenzione ed impegno ci si aspetta nei prossimi mesi da parte del Ministero della Salute e della Conferenza Stato-Regioni .

 

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